White Duran Project | Esposizione | Roma 2021
Fidati e intraprendiamo insieme questo viaggio.
White è un abbraccio di persone, fra persone. Un abbraccio di luoghi, fra luoghi.
White Duran Project è la narrazione, fatta di immagini e di suoni, degli ultimi sei anni di vita artistica di Barbara Duran – dal 2016 al 2021 – ; sono quattro i cicli di cui è composto questo progetto: White, Appearing through invisible, SERVAE. Icone Liquide, IS-LAND.
L’ex Cartiera Latina, a Roma, ospita la mostra White; è un luogo che porta con sé una colonna sonora fatta di cinguettii degli uccellini e il suono dello scorrere dell’acqua del fiume Almone da cui è accarezzata tutta la struttura per la sua lunghezza. La sala Nagasawa, corpo centrale dell’ex cartiera e cuore pulsante per la funzione primaria di ospitare tutte le macchine di produzione, è il luogo deputato della nostra esposizione. L’imponenza dello spazio a disposizione è stato il punto di partenza e di ispirazione per il nostro allestimento: i tetti alti, provvisti di travi, e la profondità della sala sono sembrati a noi di Studio Urbana i fattori ideali per realizzare una nave su cui salire tutti insieme e abbandonarci fino al termine del viaggio.
La poppa della nostra nave accoglie i fruitori con sei grandi tele facenti parte del ciclo White, in cui la carica emotiva del segno e la forza dei colori confermano la maestosità già dichiarata dalle dimensioni dell’opera.
Proseguendo ci troviamo di fronte ben sedici opere su carta di riso, materiale così delicato e sottile da apparire quasi come un ossimoro con quanto raffigurato: ogni carta porta con sé la raffigurazione di una donna. Donne di tutte le età, etnie, forme. Sguardi severi, gentili, dolci, persi. Evocano storie di donne, madri, guerriere. È un meraviglioso “esercito” di donne, sancito non solo dalla raffigurazione ma anche dall’allestimento. Ogni sagoma è inscritta all’interno di una nicchia, ricorda un utero. La nascita. La metamorfosi. All’interno delle nicchie poste lateralmente troviamo un polittico di sei opere su carta. È interessante la contrapposizione fra le protagoniste di queste opere: abbiamo appena lasciato una schiera di donne molto composte e inquadrate in un loro spazio ben definito per arrivare ad una danza che trasmette apertura e dinamicità, un tratto che vuole uscire dal foglio e una danza che potrebbe estendersi per tutto il perimetro della sala.
Lo sguardo abbandona il cielo per qualche minuto.
Entriamo in un mondo fino a questo momento inesplorato, il digitale. Uno schermo è all’interno di una scatola.
Una sagoma, un velo, l’acqua, la sabbia o forse sono scogli. L’immagine non è nitida. Il suono è ossessivo, anche cupo, denso. Arriva una voce soave.
Di seguito un’orchestra di volti, posta sul pavimento. I nostri occhi danzano da una tavoletta di legno all’altra; l’artista attraverso i suoi occhi presenta ai fruitori volti, storie, stati d’animo che prendono vita lungo ogni singola venatura del legno.
La potenza di questa moltitudine umana precede la grande onda di IS land.
Volgiamo di nuovo lo sguardo in alto.
Navighiamo fra le tavole di legno, rimbalziamo nel leggero cotone della tela. Intravediamo la terra, godiamo del mare e guardiamo il cielo. IS land è colore, materia. Sono luoghi, viaggi. È il mondo. Ogni singolo colore ha un respiro.
Grazie ad un dialogo più profondo avuto con l’artista ho assecondato una mia curiosità nel comprendere l’origine del nome White; la riflessione è stata affascinante.
Il bianco è luce ed è, nelle tradizioni orientali, anche lutto.
White è circolare. Il tempo è circolare. White non è un momento definito: passato, presente, futuro. Tutto coesiste. Tutti coesistiamo. SERVAE. Icone Liquide trova delle radici molto solide in questa circolarità. Servae intese come coloro che custodiscono, curano. Con la parola icone l’artista ha desiderato dar vita a figure arcaiche che però rappresentano un archetipo contemporaneo; da qui liquide, non hanno sostanza materica ma sono corpi che vengono dalla terra. Nutrimento.
Appearing through invisible nasce dal concetto stesso di apparire
nell’invisibile. Le figure ci sono. Non ci sono. L’utilizzo della punta d’argento, materia alchemica e che quasi si confonde per il suo colore con quello della carta.
Lo sguardo diviene rappresentazione di un passaggio umano. Ecco cosa significa icone/mondo.
IS land è il luogo. Il luogo per cui intraprendere un viaggio. IS land perché è un approdo.
A chiusura del nostro dialogo Barbara Duran cita le parole che Lady Macbeth rivolge al re Duncan […] My hands are of your color, but I shame to wear a heart so white. […]
Come scrive Javier Marías “un cuore così bianco lo possiede non chi è senza colpe, ma chi non è stato contagiato dalle parole e dalle colpe degli altri”.
Silvia Savoca,Torino 25.07.2021
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