Barbara Duran

Poesie

di Barbara Duran | White Duran Project | 2021

Is Land

L’ISOLA perché IO MI
ISOLO L’ISOLA perché è
UN APPRODO L’ISOLA
perché è UN MIRAGGIO
L’ISOLA perché NON C’È
L’ISOLA perché è UN LUOGO PER
POCHI L’ISOLA perché è UN LUOGO
PER NAUFRAGHI L’ISOLA è IL LUOGO DELL’ABBANDONO L’ISOLA accoglie
L’ISOLA è ANIMA DEL MONDO
L’ISOLA è NATURA RIGOGLIOSA
L’ISOLA è SCOGLIO
L’ISOLA è
APPARTENENZA L’ISOLA è LO
SGUARDO L’ISOLA è
IL MITO
L’ISOLA è LA CHIMERA
L’ISOLA è IL LUOGO CHE MI PROTEGGE DAL
MONDO L’ISOLA è LA PAURA
L’ISOLA è LA MEMORIA
L’ISOLA è L’IMMAGINE RIFLESSA SULLE
ONDE L’ISOLA è APPARIZIONE
L’ISOLA è RAREFAZIONE
L’ISOLA SCOMPARE …. E RIAPPARE … E SCOMPARE …
L’ISOLA È TERRA

s

Telos

Suono forte che si rilascia
nell’aria caldissima e bianca

arrivo

dopo il blu che avvolge dolore
lasciare andare ferisce
e segna la pelle.

Telos

infinito luogo trasparente vergine
come il manto dell’acqua profondo e segreto
è vita

Incavo
ove celare le lacrime

Potrò forse ritrovare
usurata dal vento
ingiallita dal sole
opacizzata dal mare
la scintilla che persi e vagabonda

cerco

Moltitudine d’incontri a darmi
strada
e abbracci nascosti
a darmi fiducia

ora
non cerco più sono.

Barbara Duran

 

Ciò che piccolo ingombra

Di ritorno.
Come in un limbo controllato,
di troppe immagini
ombre in movimento nel ritorno,
di percezioni in continuo.

La testa piena da dimenticare,
ciò che piccolo ingombra.

Luce bianca che incide lunghi sospiri

Ancora, diversa
mi pongo di fronte ai miei giorni.

Diversa, errante accanto a te.

Barbara Duran

Seguire il volo di un uccello, alto e solitario

Seguire il volo di un uccello, alto e solitario ali larghe e aperte,
ascoltare il cinguettio delle rondini dalle diagonali incrociate sulla spiaggia, guardare un insetto sulla foglia,
seguire le ali di una farfalla sbattere nell’aria di un giorno,
prezioso, seguire le nuvole adagiarsi veloci sulla distesa azzurra e strisciarne i contorni, immaginare oltre l’orizzonte del mare, alzare lo sguardo e sorprendersi mentre il vento forte allontana il tempo circoscritto e rende circolare – ampia spirale – i giorni della vita.

πάντα ῥεῖ
ho cercato di fermare l’istante, unico. Irripetibile.
Mi sono sono nutrita di questo ed ora, ognuno di essi è parte di me.
Così, insieme, ci nutriremo.
La nostalgia si affaccia, qualche volta. A tacitarla altri istanti,
ancora, dai colori e dai contrasti nuovi a catturare altri sguardi.

Barbara Duran

La mattina quando il blu...

La mattina quando il blu si mischia al vento e non sento il mio respiro – affannato dalla corsa – perché coperto dalla musica forte, mi sembra sia quasi normale “rivivere” come un essere vivente sano. Natura Naturans.

E’ particolare pensare quanto siamo bravi ad abituarci al nostro quotidiano, alle abitudini che si presentano differenti lì dove avviene un cambiamento – per scelta – in questo caso radicale. Seppur questa volta non ho tagliato con l’accettai lacci che stringevano, le giunture le ho curate con unguenti naturali, non ho inferto colpi troppo dolorosi o mortali, mi sono sfilata da una morsa invisibile e pericolosa con cautela e una saggezza colma di affetto, nonostante tutto.

Ora che il mio corpo si sta riprendendo – involucro necessario e degno di grande rispetto – anche la mia anima comincia nuovamente a far capolino ed ecco che le parole cominciano ad apparire, ancora un po’ sommesse e con una certa difficoltà di movimento. Troveranno armonia e il fluire di esse mi procurerà pace. Questo lo so. Esperienza.

Il magnetismo della terra misto alla forza dell’acqua sono un deterrente a quel malessere che avvolge chi ne ha perso il contatto – troppo lontano da sé stessi – troppo lontani dall’essenza che primaria ci protegge – persi, dispersi, naufraghi, ciechi, sordi, stanchi, soli, chiusi in noi stessi abbattiamo muri di gomma senza ottenere ciò che non sappiamo più neppure cercare. Neppure una scintilla di luce – a volte – abbaglia lo sguardo perso nel vuoto.
Da ciò è obbligatorio fuggire. Salvarsi.

Sono molte le catene ad impedire che questo avvenga.
Quanti, infiniti fili, nel tempo, a legare, accerchiare, stringere, togliere il respiro, circondare e avvolgere ciò che di più caro abbiamo – nella vita – la libertà.
Freedom.

Urlata, combattuta, difesa, frustrata, vilipesa, coltivata, onorata, abbattuta. La libertà atterrisce

Barbara Duran, Naxos 2018

Quando immersa nel sole, bianco e abbacinante

Quando immersa nel sole, bianco e abbacinante mi alzo e guardo indietro mi appare – forte – la mappa originaria, la forza motrice di questo momento.
Mi ricollego ai ricordi, ampi e sottili, flash come apparizioni, sguardi e figure di lontanissima memoria – eppur vividi – forti – ancora vitali – come frames di un lungo film. La mia vita.
Il suono lontano di liquide comparse/scomparse che sono rimaste nell’aria del ricordo come cellule ectoplasmatiche e paiono esserci – nella pienezza di quell’istante preciso – istante ripreso da una cinepresa interna e sentimentale.

Mi addormento la sera accarezzata dalla pienezza, che è anche tristezza, di queste immagini che girano e appaiono – scompaiono: una saudade al contrario.
Vorrei raccogliere l’acqua che trasparente scorre e non si ferma, come il tempo e le circostanze.
Vorrei ripetere la stessa esperienza e capovolgerla.

I canneti ondeggiano al passo del vento, le lontane case bianche immobili guardano il mare e io so che è lì, oltre le pareti, è lì, oltre il cammino.
Come il gelsomino mi abbarbico sulla veranda in attesa … la nave dà il segnale – mmmmhhhhh – e parte, lascia indietro il blu, la scia bianca l’accompagna, la guida.

Cos’è il tempo?
Una lunga scia che taglia e non si spegne. Solo al capolinea dice basta, ora – non è più tempo!
Noi non saremo avvertiti e se lo saremo non riusciremo ad adeguarci
alla fine, perché la fine sfinisce e fa paura. Sfinisce e allibisce, ferisce: è troppo.

L’isola mi appare segnata dai confini, dalle infinite striature di azzurro, indaco, blu, smeraldo e la sera viola e rosa, anche qualche venatura di terra d’ombra e di bruno.
Dietro il sole, la notte la luna.
L’isola protegge e separa, mi sento al sicuro.

Ora è arrivato il tempo dei senza tempo, ora piano…piano.

Barbara Duran