Ce sont ces intuitions qui nous donneront les clefs les plus
commodes pour ouvrir les perpectives multiples où l’oeuvre
se développe.
Gaston Bachelard
Inseguo quell’attimo, fermo, bloccato, unico; quell’istante che comprende il tutto, cerco di esprimere con la “fisicità” più estrema, quella sostanza che appartiene all’essere vivente.
La dualità corpo/anima che è l’essenza della vita. Nella quiete e nel moto. Lo scorrere dell’acqua come lo scorrere della vita. Il succedersi dei giorni, delle stagioni, dei colori e dei luoghi. Come il succedersi dell’onda che instancabile si ripete, ogni volta di nuova materia, liquida e trasparente.
Fotogrammi/monadi di un universo, microcosmi di macrocosmi. La vita è un prisma…dalle molteplici facce, dagli innumerevoli colori e profumi: da quello salmastro del mare e degli oceania quello turgido della terra, da quello acre del sangue e della morte a quello silenzioso e ovattato della neve, da quello profumato dei fiori a quello intenso degli animali…noi calpestiamo le stesse innumerevoli strade e guardiamo infinite sfumature del cielo e delle nuvole, dell’acqua di cui siamo fatti.
Noi siamo tutto questo.
Barbara Duran
Je travaille comme un medium/artiste. Sans ego et je me fais vecteur.
Mes compagnons sont humbles, sincères et délicats. Pathos/empathie
et passion sont dépouillés de leurs particularités pour faire place à la
nature de l’être.
Le détachement est très loin encore. Je capture la lumière et l’ombre.
Les couleurs ne sont pas des sentiments (comme pour Kandinsky) mais des souffles . Les formes sont en osmose avec l’univers: le vent, la terre, le sable, la lumière, la pierre.
Et les quatre éléments: feu, eau, air, terre.
Chaud et froid.
Légère et unie.
Le flux et le reflux de la pensée.
Le jeste et l’ immobilité. La chaleur et le froid.
Lyrique, poétique, vide, silencieux, LE REVE.
Ritmus – rouge – blanc – bleu – noir
Je n’ai plus besoin de
remplir les vides formels
Je cherche le rythme.
Ma musique.
Barbara Duran (Toulouse 2013)
Nel luogo più segreto
e nascosto
si era addormentato
come un gatto
il ricordo.
Senza preavviso
come un battito d’ali
di farfalla
come una risata
di ragazzo
si svegliò.
Riflettè la sua
immagine
nello specchio
a forma di ellisse
in due punti
uniti da una linea retta
il passato – il presente.
Seguendo
un passaggio
circolare e ondivago.
Ora guardo lontano:
il mare e l’orizzonte
ascolto il vento.
Il fuoco brucia i dettagli.
Ho la testa
in fondo al mare
Gli occhi
su di una collina
e guardo tutto
senza pensare.
Barbara Duran (Agosto 2013)
Luce lontana
debole e intensa
di toni minori
in spazi troppo ampi
per immaginarli.
Forse scrissi decenni fa,
ascoltando stessa musica e
stesso pensiero, intenso.
Ricordo.
Faceva più caldo ed
era mediterraneo,
non oceano
con tanto spazio che
ora m’incanta
mi fa volare
lontano
dove lontano vorrei
non riconoscermi
e ricominciare
a beccar bacche o
piuttosto vermi
come un uccello e
poi andare altrove,
nomade
di scogliera in scogliera,
di fiore in fiore.
E’ un tramonto lattiginoso
il suo profumo
come questa notte
prima della pioggia
negli angoli sperduti e
sconosciuti
mai ricordati e solo
percepiti
come il raglio dell’asino,
il suono del vento
il canto del gallo
il silenzio della notte.
Il silenzio.
Barbara Duran
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