Luogo segreto nuovo ciclo pittorico (opere 2011-12) di Barbara Duran, composto da opere ad olio su tavola di piccola, media e grande dimensione, affiancate da sequenze di opere su carta a tecnica mista, nasce e si sviluppa nell’intima e spirituale relazione dell’artista con la natura ed i fenomeni che da essa derivano, di epifanie e scomparse, risolte come “immagini diamante”, nelle cui sfaccettature è possibile ritrovare tra il passato ed il futuro, la memoria della pittura, riflessione dell’esistere.
Ho visto per la prima volta un quadro di Barbara Duran in una galleria di via Margutta a Roma alla mostra collettiva curata da Michele Von Buren.
Ero stato attratto da una figura di bambina in grandi dimensioni, una bambina che correva. Il quadro mi ha riportato subito a Buenos Aires, dove una mia cara amica Diana Aisemberg dipinge da anni anche bambine. Ed ho saputo poi che Barbara Duran è vissuta ed ha lavorato un tempo a Buenos Aires, tutte quelle bambine rappresentano, nella mia memoria, l’infanzia, la mia infanzia in Argentina.
Oggi ho visto altre opere di Barbara a Roma, immagini in velocità, come fossero viste da un treno in corsa, linee orizzontali sfocate e poche linee verticali resistenti, come se resistessero alla velocità; alberi forse, radicati a terra ma flessibili.
Un giunco rigido si spezza,un giunco flessibile si piega al vento e poi ritorna in piedi.
Ecco il segreto.
Marco Bechis
LUOGO SEGRETO
Opere 2011-12
E’ sempre come un lento sedimentarsi quando un’opera prende forma.
Questo recente ciclo ha preso il suo aspetto come se la leggerezza che ne comprende
i segni, gli spazi e i colori così legati allo stato naturale degli elementi di cui è compo-
sto e che vuol rivivere lì, bidimensionale e bloccato come in moto perpetuo. Diviene
sguardo, bagliore, sequenza: un punto di vista, una monade.
E’ l’attimo vitale che racchiude l’insieme di infiniti attimi che animano la vita stessa.
E’ più facile lasciare al vento i capelli, lasciare indietro i pensieri. Non darsi.
Ma il mutamento sta nel distacco.
Così ogni filo d’erba, ogni stradello, ogni bocciolo sono microcosmi, immensi come
paesaggi o cieli aperti, luoghi della memoria segnati dal tempo. Luoghi mentali e
metafisici, come le nostre anime, i nostri corpi, i nostri segni.
Colori come pensieri, lunghi tracciati che legano e definiscono i confini.
Spessa materia come dolente distanza, che si dilegua in indefinite, flessuose e
sfuggenti cromie, lunghe spiagge, larghi campi, infiniti cieli o sottili campiture per
chiudere lo spazio, così il pensiero, e lasciare che tutto sia, che tutto vada da sè, in
naturali circuiti. Alberi prudenti e fedeli guardiani a segnare il tempo e lo spazio,
anche della composizione.
Tutto è avvenuto in sequenze non previste, ma desiderate, in tempi lenti ma anche
brevi, ora so che tutto è lì, un ciclo è concluso e chiede la sua pausa e il suo respiro.
Barbara Duran, Bagnoregio, marzo 2012.
Quale è il suono dell’acqua
o di un albero che cade in uno spazio
quando non c’è nessuno ad
ascoltarlo?
Cosa è il sogno delle pietre?
e il sentimento della terra
nelle tracce delle nostre scarpe?
Così la pittura di Barbara Duran,
dialoga con la natura e allo stesso
tempo l’inventa.
Ci fa vedere
segreti che
nessuno riesce a guardare,
perchè appartengono ad altri
mondi…
Suoi colori sono la tavolozza che
muove un sole in uno spazio
unico,
multiforme, infinito;
in attesa..
Gaston Troiano
Lo scorrere dell’acqua come lo scorrere della vita.
Il succedersi dei giorni, delle stagioni, dei colori e dei luoghi. Come il succedersi
dell’onda che instancabile si ripete, ogni volta di nuova materia, liquida e trasparente.
Fotogrammi/monadi di un universo, microcosmi di macrocosmi.
La vita è un prisma… dalle molteplici facce, dagli innumerevoli colori e profumi: da
quello salmastro del mare e degli oceani a quello turgido della terra, da quello acre
del sangue e della morte a quello silenzioso e ovattato della neve,da quello profumato
dei fiori a quello intenso degli animali…noi calpestiamo le stesse innumerevoli strade
e guardiamo infinite sfumature del cielo e delle nuvole, dell’acqua di cui siamo fatti.
Noi siamo tutto questo.
Barbara Duran
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