Barbara Duran

Dicotomie

Con questo vento viene destino; lascia,
lascia che venga tutto ciò che preme, cieco,
di cui noi arderemo; tutto questo.
(E resta immobile perché ci trovi).
Porta il nostro destino questo vento.

Da chi sa dove questo vento nuovo,
sbandando sotto il peso di cose senza nome,
porta sul mare quello che noi siamo.

…Oh, se lo fossimo. Saremmo a casa.
(Vedremmo scendere e salire in noi i cieli).
Ma ogni volta con questo vento passa
il destino oltre di noi immenso.

Rainer Maria Rilke

OPERE & COLLEZIONI

Dicotomie

Ancora non abbiamo velato il ricordo delle Monadi, recuperate nella visita alla bellissima Mostra alla Galleria – e speriamo che questo velo tardi a scendere, e ritroviamo Io sguardo di Barbara Duran, che si rivolge senza incertezze e con grande acutezza, ad un presente, che potremmo dire, se necessario, figurativo. Una tormentata attualità, in questo nuovo ciclo di opere già tecnicamente ultimate, viste nel suo studio, con esemplari delicatezze, espresse attraverso il colore, fuso e compiuto, a delineare corpi frementi e staticità fisiche.
La pena di uno sguardo, la felicità nel tocco sfiorante di un gesto, accendono il fulgore di bianchi sostegni nel ritmo e nella sintesi così compiuta e spingono la bellezza verso una coesione allegorica estrema, intima, più che sofferta, sublimata. Le masse d’ocra e di blu assumono, intorno alla traccia perfetta di un corpo, la plasticità della materia, che sola decide ancora e conclude ogni elegante coerenza.

Rolando Cullucini

Installazione 2004

Teatro Furio Camillo | Roma | Gennaio – Febbraio 2004